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Lo strappo dell'anima.
Binomio del pensiero.
Dualità dell'uomo perso nell'incongrua esistenza.
Volontà contro natura. A tirar nel proprio senso l'enigma che è l'uomo fin quasi a lacerarlo.
Tutti soffriam del distacco tra ciò che siamo e quel che vorremmo esser stati, ma tra tutti coloro che ebbi destino d'incontrare, uno più di tutti era afflitto dal male dell'uomo.
Julian de Simone, il maniaco discreto, il cui più grande desiderio era quel di mostrarsi ignudo al mondo, ma, asservito alla sua timidezza, apriva il suo capotto sempre di spalle.
Lo vidi nella battaglia tentar di decider in qual direzione mostrar le sue grazie.
Nella sua mente tutti i contendenti parevan, nel loro scontrarsi, non attender altro che deriderlo, accerchiandolo come ad impedirgli di compiere quel suo atto così pubblicamente privato.
Finalmente un apertura.
SVAM!
Mi guarda diritto negli occhi mentre spalanca le mura del suo pudore in direzione di un morto.
Gli faccio cenno di girarsi.
Lui sbianca.
Il morto è quasi morto ma non ancora morto del tutto.
Non so cosa di più instillò in me l'ilare sentimento che seguì...
Se l'ossimoro del disagio del maniaco o l'inaspettata risposta al gesto della vittima che gli sussurrò nel morire:
"Oh, Chérie..."
E TU? TI FARAI PRENDERE DAI DUBBI ESISTENZIALI?!
CERTO CHE NO!
VOTA FINE DEL MONDO!
All'egual di giustizia e perfezione l'oggettività non è altro che una guida.
Un irraggiungibile astro che, con la sua flebile luce, ci fa tendere verso di esso impedendoci di perderci nelle tenebre dell'ignoranza circostante.
Il mondo, di conseguenza, non è altro che l'inquadratura attraverso la quale la prospettiva ci consente d'intravederlo.
Ci vuole coraggio a seguire quell'astro.
Ci vuole forza ad ammettere di averlo perso.
Ed io brancolo nel buio.
La fredda obbiettività delle mie decisioni rimpiazzata dalla soggettiva paura del fallimento.
Da una settimana oramai non si avanza e non si arretra, il fango fin sopra le ginocchia, il sangue fin sotto i gomiti.
Non vi è soluzione.
La mia prospettiva è chiusa.
Se una volta la salvezza mi arrivò sotto forma di una nota di speranza, oggi mi soccorre con le fattezze di una luce abbagliante che tutto illumina, rivelando agli occhi ciò che già c'era ma velato da un manto di buio.
Il mondo si capovolge, le dimensioni si scambiano.
Mi spiega tutto Matteo Pietrobelli, l'italico ingegnere baffuto, che, tornato dai suoi studi orientali, possiede oramai un arte della guerra a me del tutto nuova.
"Sun Tzu dice..."
Mi preparo ad accogliere l'incombente sapere inspirando profondamente.
"Va bene attendere il cadavere del nemico in riva al fiume... Ma se il tuo nemico è campione olimpico di nuoto magari è il caso che gli spari".
Il preparatorio fiato s'incastra nell'uscire, soccombendo a questa nozione resa così bruscamente ovvia.
La saggezza si rivela spesso con la semplicità del pensiero emotivamente esterno.
LA CINA E VICINA, LA VITTORIA IN PO' MENO!
CONTINUA A VOTARE!
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